The Criminals
In queste settimane le notizie significative hanno fatto il super giro di web, giornali e radio. E proprio di queste super significatissime notizie che parleremo oggi.
La prima è sicuramente quella riguardante l’ingiusto processo che quel pover'uomo di Salvini sta subendo per aver protetto le nostre coste. Peccato però che il capitone, che fa politica da giusto qualche annetto, non sappia che il reato di difesa delle coste italiane non esiste ma è ben chiaro il reato di sequestro di persona. Ed è anche consciamente consapevole del fatto che meglio dire cose a caso piuttosto che dire il motivo per cui la Procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per Matteo Salvini nel Caso Open Arms. Ricordiamo che Le imputazioni riguardano i reati di sequestro di persona (articolo 605 del codice penale aggravato, perché commesso da pubblico ufficiale e in danno dei minori), e di rifiuto di atti d'ufficio (articolo 328 sempre del codice penale) che Salvini avrebbe commesso nell’agosto 2019, quando, in qualità di Ministro dell’Interno, bloccò lo sbarco della Ong Spagnola Proactiva, che aveva a bordo 147 migranti.
Il capitone per assicurarsi di lavare bene la sua coscienza un pochetto lercia aveva anche ben pensato di fare un salto a telemeloninewsweb per registrare un video di 4 minuti in stile "Bohemian Rapsody” dei Queen e dire tante di quelle fregnacce che secondo me manco lui ha capito. Il vice primo ministro continua a difendersi in un modo alquanto stitico visto che come abbiamo detto non esiste il reato di difesa dei confini italiani come ha ben detto più volte anche su telemeloninewsweb. L’articolo 52 della nostra costituzione dice che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” ma ancora non è per questo che il ministro è accusato. Per 20 giorni ha tenuto a bordo 147 persone di cui molti bambini fino a quando non è intervenuto il Procuratore della Repubblica di Agrigento, e l’apertura del procedimento penale per sequestro di persona e omissione e rifiuto di atti d’ufficio.
Quindi il capitone ancora una volta mente sapendo di mentire. In più le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini sono che “Una eventuale condanna non sarebbe un problema per me o preoccupante per me, sarebbe un enorme problema per l'Italia, per lo Stato di diritto, per il contrasto all'immigrazione clandestina, a livello internazionale sarebbe un precedente pericoloso. Sono convinto che la giustizia si pronuncerà in maniera sensata e serena, rimarrò in carica qualunque sia la sentenza che mi auguro di assoluzione”. Ormai è consuetudine avere in parlamento indagati, condannati e chi più ne ha più ne metta.
Altro caso eclatante quello della nostra Presidentissima donnissima madrissima cristianissima italianissima Giorgia Meloni che nelle settimane passate, dopo lo spauracchio Sangiuliano e la nomina di Giulin Giuiello al Ministero della Cultura (non preoccupatevi parleremo anche di lui) ha ben deciso di fare fuori gli agenti che sorvegliavano la sua stanza a Palazzo Chigi. Mai era successo prima nella storia della Repubblica che un presidente del Consiglio facesse a meno della polizia in borghese davanti alla porta del suo ufficio. Per controllare chi entra e chi esce e per accompagnarli. Ma la decisione è figlia del clima che si sta creando dall’inizio dell’estate. E i racconti su Boccia e sui suoi tentativi di avvicinare altri membri del governo – tra cui il ministro ed ex cognato Francesco Lollobrigida – hanno alimentato gli spiriti più complottisti che soffiano nell’orecchio della premier. Che quindi nei giorni scorsi ha comunicato la sua decisione all’ispettorato, senza fornire spiegazioni. Ha anche chiesto un maggiore filtro sui commessi più vicini al suo ufficio. Al loro posto solo gli uomini della scorta, magari in camicia nera e berretto? L’ufficio stampa della Premierissima ha cercato di smentire la cosa ma è stato il sindacato dei lavoratori di polizia a confermare dichiarando: “Abbiamo verificato che le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti”. E sempre rimanendo su Giorgia Meloni, nel mentre che alcune Regioni sono sotto l’acqua a causa delle piogge insistenti e violente, lei è volata a ritirare un premio direttamente dalla mani Elon Musk, che produce auto elettriche nemiche della nostra Premier, padre di una ragazza transessuale, una minoranza che la nostra Premier non ha nessuna intenzione di tutelare, padre di due figli nati con la GPA ovvero la gestazone per altri ma che tutti chiamano utero in affitto, che la nostra Premier ha voluto inserire nei reati universali di tutto il globo terraqueo. Si perché a quanto pare Elon Musk ammira tantissimo Giorgia e la ritiene un esempio e sembrerebbe che anche Giorgia ammiri Elon tanto da sbattersene di chi sia. A lei basta sapere che è di estrema destra, bianco, cis-etero ma soprattutto ricco da fare schifo.
Comunque la nostra Prima Ministra ha deciso di raccontare qualcosa in più di lei: “Come diceva il mio professore di inglese, il cantante Michael Jackson, inizio dall’uomo allo specchio, gli chiedo di cambiare i suoi modi. Dobbiamo iniziare da noi stessi, per sapere chi siamo veramente e rispettarlo, così da poter comprendere e rispettare anche gli altri”.
Ebbe sì, Michael Jackson è stato il suo primo insegnante di inglese. Vedi le botte di culo.
Torniamo a Palazzo dove finalmente i sinistri odiosi non potranno più attaccare quel pover'uomo di Giuli e la mancanza della laurea. Infatti il neo ministro della cultura ha finalmente dato l’ultimo esame che mancava prima della discussione della tesi e quindi il conferimento del titolo. L’esame è andato bene e Giulin Giuliello ha preso 30. Soddisfatto il prof che lo ha esaminato e che ha espressamente voluto che Giuli anticipasse l’esame. Ora chiedo a tuttu voi: quante volte il prof di un esame vi ha contattato per anticipare un esame e soprattutto vi ha permesso di farlo a porte chiuse così da non essere disturbati?
Ma stiamo sempre a guardà er pelo der petto invece di essere felici per l’uomo con l'aquila fascista tatuata sul petto.
Ora facciamo un passo in là, verso destra, dove troviamo quei geniacci della Lega nello specifico Calderoli e Borghi. I lor signori dopo il grande successo delle due raccolte firme per il referendum contro l’autonomia differenziata e il referendum di cittadinanza si sono svegliati con alcuni bruciori e non sono quelli di stomaco. E invece di grattarsi con una grattugia hanno ben pensato di uscirne con una perla delle loro: il primo ha dichiarato “Giusto per essere chiari: io non ho paura dei referendum, perché a mio giudizio sono inammissibili. Sicuramente la tecnologia aiuta la democrazia, ma in questo caso si rischia di aggirare il senso delle 500.000 firme necessarie alla proposta referendaria. Io non sono contrario alla raccolta digitale, ma penso che la Costituzione debba essere adeguata ai tempi attuali. Nel 1948 era impensabile una tecnologia così accessibile, e dunque il numero di 500mila firme poteva ritenersi congruo. Al giorno d’oggi la situazione è ben diversa, e credo occorra riflettere seriamente su questo. Il Costituente scelse questo limite 'di serietà' per assicurare che arrivassero al voto popolare solo le proposte ben appoggiate dagli elettori. Raccogliendo le firme nei comuni, sui banchetti, dai notai. Ora invece si può firmare dal divano di casa o dalla spiaggia.” Il secondo ha poi aggiunto: “Presenterò proposta di legge per cancellare raccolta firme online” perché se c’è qualcosa che potrebbe mettere a repentaglio i loro sederini meglio toglierlo di mezzo prima che sia troppo tardi. Mi pare che già una volta sia successa questa cosa ma non riesco a ricordare quando. Ricordo a malapena repressioni, censure, deportazioni ma davvero ora mi sfugge quando.
Come saprete poi qualche giorno fa ha visto la luce alla Camera il nuovo DDL Sicurezza che non ha nemmeno fatto in tempo a nascere che dopo 12 ore era già odiato dai più. Il DDL 1660 è infatti da intendersi come provvedimento necessario non a colpire la criminalità organizzata, né a generare sicurezza sociale e civica, ma a garantire la punibilità di fattispecie di colpevoli fin qui impensate e impensabili. Tra cannabis light, ONG, blocchi stradali e deturpazione di monumenti, addirittura il disegno di legge introduce nuovi reati: su 38 articoli, 20 sono le novità, tra sanzioni e ampliamento delle norme penali. Il reato del blocco stradale si trasforma da illecito amministrativo a illecito penale (articolo 14) per chi interrompe il traffico stradale o ferroviario usando il proprio corpo. Attualmente la legge italiana punisce con una multa da mille a 4mila euro per chi impedisce la regolare circolazione, mentre il ddl Sicurezza con la norma anti-ghandi vuole inasprire la pena: un mese di reclusione, con una multa fino a 300 euro, che può aumentare se il fatto è commesso con più persone (reclusione da 6 mesi a 2 anni). È abbastanza chiaro che questi inasprimenti sono stati inseriti a seguito dei blocchi stradali non violenti guidati negli ultimi anni da Ultima Generazione. La norma riprende il nome da Mahatma Ghandi, simbolo della lotta di resistenza non violenta, e servirebbe per disincentivare le manifestazioni degli attivisti del clima che in diverse occasioni hanno manifestato per il clima bloccando strade e ferrovie. Saranno illegali anche i sit-in degli operai davanti alle fabbriche che licenziano o quelli degli studenti davanti alle scuole.
Il ddl Sicurezza si scaglia contro la cannabis light, stabilendo che “sono vietati l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa coltivata”, nel rispetto della legge del 2016, “anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati”. Restano le sanzioni del Testo unico in materia di sostanze stupefacenti. L’obiettivo è chiaro: impedire il consumo ricreativo della cannabis coltivata legalmente.
Un nuovo reato che il disegno di legge vorrebbe introdurre riguarda quello di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui”. La pena prevista va dai 2 ai 7 anni di reclusione, e riguarda anche chi si appropria della casa di qualcuno raggirandolo o chi cede un immobile occupato. Nel dettaglio, si punisce la condotta che “mediante violenza o minaccia occupa o detiene senza titolo un immobile” o impedisce al proprietario di rientrarvi. Il reato penale già impedisce sanzioni da 1 a 3 anni di reclusione (633, 633-bis e 634). E su questo ci chiediamo: quindi CasaPovnd sarà presto sgombrata?
Un altro nuovo reato che il ddl sicurezza vuole introdurre riguarda quello di “rivolta all’interno dell’istituto penitenziario” (articolo 26), che prevede la reclusione da 1 a 8 anni (con alcuni aggravanti si può arrivare anche a 20 anni) per chiunque organizzi sommosse all’interno di un carcere con “atti di violenza o minaccia”, tentando di evadere ed esercitando “resistenza, anche passiva, all’esecuzione degli ordini impartiti”. In maniera simile a quanto appena detto, il disegno di legge vuole introdurre il reato contro le rivolte nei centri di trattenimento e accoglienza per le persone migranti (articolo 27). In questo caso, le pene previste vanno da 1 a 6 anni di reclusione per chi organizza le rivolte, anche “mediante atti di resistenza anche passiva”, e da 1 a 4 anni per chi vi prende parte (con aggravanti fino a 20 anni in caso di uccisioni o lesioni gravi).
Un altro tema molto caldo negli ultimi mesi è entrato nel ddl Sicurezza. Il testo infatti prevede l’abrogazione del differimento obbligatorio dell’esecuzione della pena per le donne incinte o le madri di minori, in particolare se hanno meno di un anno o 3 anni d’età. Abbiamo poi il carcere per chi protesta, anche passivamente, per i grandi lavori dello stato. Ad esempio se sei contro il ponte sullo stretto e vai a manifestare finisci in galera.
Poi, l’articolo 9, intende revocare la cittadinanza italiana in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo, eversione e altri gravi reati. In tema di diritti, viene disposta la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni per i negozianti che vendono schede sim senza procedere all'identificazione dei clienti. Ma, soprattutto, il ddl dispone che il cittadino di un paese che non fa parte dell’Unione europea, sprovvisto di permesso di soggiorno in Italia, non possa stipulare un contratto di telefonia mobile. In altre parole, un migrante in condizione di irregolarità viene privato dell'unico strumento che gli permette di comunicare con la famiglia lontana. Quanto amore per la famiglia che ha questo Governo. Pensa se je stava sul culo la famiglia.
Ma andiamo a concludere questa puntata e parliamo di cose più importanti e pesanti: parola del mese di settembre Dissing.
Il dissing è un termine di slang afro statunitense derivante dalla parola disrespecting ovvero mancare di rispetto. Nella cultura hip-hop e, in particolare, nella musica rap ed oggi trap, canzone, brano che ha l’obiettivo di prendere in giro, criticare o addirittura insultare una o più persone, di solito appartenenti all’ambiente stesso della musica. E i nostri dissingatori in questi giorni sono stati Tony Effe e Fedez e indirettamente Chiara Ferragni.
Il dissing si è alimentato sui social dopo che martedì 17 settembre è stato pubblicato il brano del rapper di Sesso e samba per Red Bull 64 Bars, in cui ci sono espliciti riferimenti a Fedez. Fedez e Niky Savage hanno risposto virtualmente nelle storie Instagram, dando vita a un botta e risposta che rapidamente si è diffuso sui social. Nel testo del brano, infatti, Tony Effe fa un esplicito riferimento a Chiara Ferragni, dopo il gossip degli scorsi mesi riguardo un presunto flirt tra i due: “Chiara dice che mi adora”. Poi, una frecciata anche a Boem, la bevanda creata da Fedez e Lazza, che commenta in modo sprezzante con “La tua bevanda sa di piscio”.
Nella serata di mercoledì 18 settembre è arrivata la preannunciata e tanto attesa risposta di Fedez. Questa volta non nelle storie Instagram ma sotto forma di diss track pubblicata sul canale YouTube del rapper. Il brano si intitola “L’infanzia difficile di un benestante”, un possibile riferimento alle dichiarazioni di Tony Effe sulla paghetta settimanale che gli veniva data dai genitori che avevano creato qualche polemica. Nel testo, Fedez attacca direttamente Tony Effe, facendo riferimento anche all’ex moglie Chiara Ferragni e alle voci su una possibile frequentazione tra i due: “Quest’anno era proprio il tuo anno Ti ingaggerò per il mio compleanno Ma non so se il pagliaccio ritroverà in tempo il naso rosso che ha perso nel bagno Scrivevi a mia moglie mentre mi abbracciavi Quelli come te io li chiamo infami”.
Sta di fatto che né Tony Effe ne Fedez sanno davvero come si fa Dissing. Dovrebbero andare a prendere lezione da Shakira e Miley Cyrus.